San Camillo de Lellis
il santo protettore dei malati, degli infermieri e degli ospedali
San Camillo De Lellis, fondatore dell'”Ordine dei Ministri degli Infermi” (Camilliani), è il santo protettore dei malati, degli infermieri e degli ospedali.
Nacque nel 1550 da una madre molto anziana in una famiglia della piccola aristocrazia di Bucchianico, cittadina abruzzese in provincia di Chieti.
Dopo la morte della madre, il giovane, dal carattere aggressivo e prepotente, fu avviato dal padre Giovanni, capitano di ventura al servizio dei D’Avalos, alla carriera militare e, contemporaneamente, a una passione distruttiva per il gioco dei dadi e delle carte.
Quando il padre morì, gli lasciò in eredità soltanto la spada e il pugnale, in quanto la famiglia De Lellis aveva perso tutte le antiche ricchezze.
Per alcuni anni visse la vita del soldato di ventura, combattendo di giorno e sperperando di notte i suoi guadagni; a causa di una ferita ad una gamba fu costretto nel 1570 a ritirarsi temporaneamente dalla carriera militare e a dedicarsi alla cure mediche all’ospedale San Giacomo di Roma.
Per diverso tempo vagabondò per l’Italia, sino a quando, nel 1574, all’età di vent’anni, si ritrovò malfermo, povero e solo.
Per non chiedere l’elemosina, si adattò a lavorare come manovale per il convento di San Giovanni Rotondo e fu colpito dal fervore che animava i frati. Iniziò in questa fase della sua vita il cammino verso la conversione. Illuminato dalle parole pronunciate da un frate – “Dio è tutto; il resto, tutto il resto, è nulla” -, chiese di entrare nell’ordine francescano.
L’antica piaga alla gamba lo costrinse però a tornare a Roma, all’ospedale San Giacomo, per le cure.
Presso questo istituto, denominato l’ospedale degli “incurabili”, Camillo restò alcuni anni, durante i quali incontrò San Filippo Neri, che divenne il suo confessore, e, osservando la mancanza di carità nei riguardi degli infermi da parte di inservienti mercenari, comprese la sua vera vocazione: assistere i malati, soprattutto gli infermi poveri, afflitti da malattie ripugnanti e senza speranze di guarigione. Insieme a cinque compagni, Camillo si trasferì nel convento della Maddalena e iniziò a prestare servizio presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia.
Sotto la guida spirituale di San Filippo Neri, riprese gli studi e, il 26 maggio 1583, fu ordinato sacerdote.
Nel 1582, assieme ai suoi seguaci, decise di dare vita alla “Compagnia dei Servi degli Infermi”; quattro anni dopo Papa Sisto V riconobbe la Compagnia come Congregazione e accolse la domanda di Camillo di portare sulla veste una croce rossa.
La Compagnia si allargò.
Quando a Roma scoppiò una carestia, nel 1590, i Servi degli Infermi si prodigarono per soccorrere a ogni necessità. Papa Gregorio XIV, ammirando la loro opera, nel 1591 promosse la Compagnia a Ordine religioso: nacque così l'”Ordine dei Ministri degli Infermi”.
Camillo introdusse nel sistema sanitario romano dell’epoca una vera riforma e, in breve tempo, i Ministri degli Infermi presero servizio nelle principali città: Napoli, Milano, Genova, Palermo, ecc. Inoltre, Camillo e i suoi seguaci cominciarono a prestare assistenza sui campi di battaglia. Spossato dalla malattia, Camillo continuò a servire i poveri e i malati fino alla morte, che lo colse il 14 luglio 1614 nel convento della Maddalena, diventato la Casa del suo Ordine.
Fu proclamato santo da Papa Benedetto XIV nel 1746.